Tavola Rotonda
I protagonisti della ricostruzione
venerdì 21 giugno09.30
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13.30
Università degli studi Roma Tre
Dipartimento di Architettura
aula Urbano VIII - 1° piano
Via Madonna dei Monti 40 – Roma
Michele Zampilli
Università Roma Tre
TAVOLA ROTONDA
I PROTAGONISTI DELLA RICOSTRUZIONE
Chairman Prof. Michele Zampilli – Università Roma Tre
Belice 1968
Giacinto Musso – presidente Associazione Poggioreale Antica
Friuli 1976
Alberto Moretti – ingegnere strutturista e cittadino di Venzone (UD)
Irpinia 1980
Michele Candela – ingegnere strutturista, già componente Ufficio di Piano per Sant’Angelo dei Lombardi, Soprintendenza ai BAAS di Salerno e Avellino
L’Aquila 2009
Margherita Nardecchia – presidente OnnaOnlus
Centro Italia 2016/17
Davide Olivieri – Ufficio tecnico, Comune di Arquata del Tronto
Lucia Romagnoli – ActionAid, campagna #sicuriperdavvero, Marche
Nicoletta Tiliacos – Associazione proprietari di Arquata del Tronto
Conclude
Fabio Renzi – Segretario generale Symbola, fondazione per le qualità italiane
All'indomani di un sisma le popolazioni colpite si interrogano su come riappropriarsi della propria identità ed assicurarsi un futuro in case, edifici e spazi pubblici sicuri.
Questi due concetti chiave: ripristino o conservazione dell’identità di un luogo, e garanzia di sicurezza, dovrebbero essere i pilastri sui quali impostare i processi di ricostruzione post-sismica.
LA RICOSTRUZIONE
A che punto è la ricostruzione?
Qual è stato/è il ruolo dei cittadini all'interno del processo di ricostruzione? Si sono organizzati in comitati, associazioni?
Quali sono stati/sono i rapporti tra istituzioni-cittadinanza-associazioni?
Quali strumenti di confronto erano/sono previsti?
IDENTITÀ
Quali sono i caratteri imprescindibili di un abitato da mantenere in una ricostruzione che sappia tessere un filo di continuità con quello che era il centro storico prima del sisma?
Quali azioni o strumenti sono stati messi in campo dalle istituzioni per comprendere al meglio i caratteri dei luoghi (paesaggio, tessuto urbano, tipi edilizi, tecniche costruttive) al fine di sfruttare queste conoscenze nei progetti di ricostruzione?
Nella ricostruzione del centro storico in questione in che modo questi caratteri sono stati/ vengono tenuti in conto?
Se la ricostruzione è terminata quale è il rapporto tra la popolazione e il nuovo insediamento? È stato possibile un processo di appropriazione e riconoscimento in questi nuovi luoghi?
Se il paese in questione è stato/sarà delocalizzato, qual è/quale vorrebbe essere il rapporto della popolazione con il centro antico?
Quest’ultimo è adeguato dal punto di vista spaziale alle necessità della comunità?
Come è cambiata la quotidianità e i rapporti tra la popolazione nel nuovo centro?
Ci potrebbero essere (avrebbero potuto essere) alcuni elementi puntuali o caratteristiche spaziali da trasporre nel nuovo insediamento al fine di permettere una più facile appropriazione da parte della popolazione?
SICUREZZA
Dopo l’evento sismico e le conseguenze manifeste di questo sul costruito storico, come cambia la percezione della popolazione in relazione alla sicurezza delle tecniche costruttive tradizionali?
Sia per il sisma aquilano che per questo ultimo gran parte delle vittime sono legate a crolli di edifici moderni in cemento armato. Quanto questo dato è conosciuto dalle popolazioni locali?
Se la ricostruzione è conclusa: dal punto di vista strutturale quali furono le azioni messe in campo per raggiungere una migliore sicurezza nei restauri e/o nelle ricostruzioni?
Il riutilizzo delle tecniche tradizionali fu un’alternativa presa in considerazione?
Alla luce dei progressi fatti in questi ultimi decenni in materia di recupero delle strutture premoderne e miglioramento antisismico del costruito storico pensa che ci siano oggi i presupposti per agire in maniera differente e raggiungere comunque un livello di sicurezza soddisfacente?