Pavolini Carlo

Si è laureato nel 1971 in Etruscologia e Antichità Italiche presso l'Università degli Studi di Roma. Ha conseguito nel 1975 il diploma della Scuola di Specializzazione in Archeologia. E' stato assistente incaricato supplente presso la Cattedra di Archeologia dell'Università di Siena nel 1975, e presso l'Istituto di Archeologia dell'Università di Roma fra il 1975 e il 1976.

Sotto la direzione di Andrea Carandini ha partecipato a scavi nelle Terme del Nuotatore ad Ostia Antica (1970, 1972-75), nella fattoria romana del Nador presso Tipasa in Algeria (1973), a Cartagine (1974-76) e a Settefinestre (1976).

Nel novembre 1976 ha preso servizio in qualità di Ispettore Archeologo presso la Soprintendenza Archeologica di Ostia. Qui è stato, fra l'altro, coordinatore della partecipazione italiana allo scavo internazionale della città laziale di Ficana, dove ha anche diretto uno dei settori di indagine (1977-80); ha inoltre diretto i saggi di scavo lungo la Via Severiana (1978-79).

Nel giugno 1982 è stato trasferito alla Soprintendenza Archeologica di Roma, per conto della quale, a partire dal 1983, è stato incaricato della tutela archeologica del quartiere Celio e adiacenze, e, dal 1992, del territorio della II Circoscrizione. In questo quadro ha curato i programmi di restauro relativi agli aspetti archeologici di alcuni grandi complessi ("Biblioteca di Agapito", Basiliche dei SS. Giovanni e Paolo, di S. Stefano Rotondo, di S. Clemente, dei SS. Nereo e Achilleo, di S. Agnese), e ha diretto le indagini di scavo nell'area archeologica di Piazza Celimontana (1984-88) e nell'Ospedale Militare del Celio (1987-99), oltre a minori sondaggi a S. Stefano Rotondo, SS. Nereo e Achilleo, "Biblioteca di Agapito", complesso di S. Costanza e S. Agnese fuori le Mura, ecc.

Nel 1999 è stato nominato, per concorso, Professore associato di Archeologia Classica presso l'Università della Tuscia di Viterbo, dove ha insegnato materie inerenti l’Archeologia e la storia dell’arte romana e la Metodologia degli scavi. Per conto di tale Università ha diretto, fra il 2001 e il 2011, le indagini archeologiche in un’area dello scavo didattico di Ferento, del quale, fra il 2005 e il 2011, è stato condirettore scientifico generale insieme con la prof.ssa De Minicis. E’ stato responsabile, per il DISMA (poi DISBEC) della stessa Università, della collana Daidalos e delle pubblicazioni del settore antichistico. E’ in pensione dal 2013, ma ancora nel 2014 ha diretto - sempre per conto dell’Ateneo della Tuscia - lo scavo del sito di Columna-Porto Canale (Civitavecchia).

A prescindere dalla partecipazione all'allestimento di mostre, alla promozione di convegni (con cura dei relativi atti), alle conferenze e agli interventi tenuti nell’ambito di numerosi incontri di studio in Italia e all'estero, ha al proprio attivo più di 120 pubblicazioni scientifiche (più le recensioni). Fra queste, alcune monografie (Ostia, Guide Archeologiche Laterza, 1983, e nuova edizione, 2006; La vita quotidiana a Ostia, 1986; Scavi di Ostia XIII. La ceramica comune, 2000; Archeologia e topografia della Regione II, Celio. Un aggiornamento sessant’anni dopo Colini, 2006; Eredità storica e democrazia. In cerca di una politica per i beni culturali, 2017) e la cura di numerosi volumi collettivi: quelli contenenti i risultati dello scavo di Piazza Celimontana (Caput Africae I, 1993; Caput Africae II, 1997); con Marina Magnani, l’edizione delle indagini e dei restauri nel complesso di S. Agnese e di S. Costanza (La Basilica costantiniana di S. Agnese, 2004); con Paola Palazzo, l’edizione dello scavo della Basilica Hilariana sul Celio (Gli dèi propizi, 2013); con altri, la pubblicazione dei risultati del recupero delle Case Romane sotto i SS. Giovanni e Paolo (Caelius II, Tomo I, 2014).

Nel 2007 è stato nominato Socio Corrispondente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, e nel 2017 è stato chiamato dal MiBACT a far parte del Comitato scientifico del Parco archeologico di Ostia. 








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